A lezione di libertà con lo Swimrun
  • benessere
  • Salute

5 Ottobre 2020

A lezione di libertà con lo Swimrun

Lezione di matematica base: “La distanza più breve tra due punti è data da una linea retta”. Ma cosa succede quando tra A e B si interpongono degli ostacoli? Lo Swimrun nasce da qui: dall’idea di poter affrontare con due discipline uno stesso percorso e superare così le barriere naturali. Correre dove c’è terra, nuotare dove c’è acqua per arrivare dall’altra parte, proprio dove ci siamo prefissati. Ma attenzione a non fare l’errore di considerare lo Swimrun come la somma algebrica di due sport (il nuoto + la corsa), ma invece di prenderlo nella sua essenza: un qualcosa di altro che permette di vivere immersi nella natura assecondandone la conformazione.

“Dovremmo vederlo come un bel modo di abbattere in modo naturale tutti i muri e le barriere”, ci spiega Diego Novella, il profeta italiano della disciplina, nonché Coordinatore Nazionale Swimrun dell’ASI. Quindi stacchiamoci per un attimo dal pensare a questo attività come una competizione: a differenza del triathlon, questo multisport ti permette di essere libero e assecondare la natura. Non è la disciplina che decide il percorso, ma è il terreno che determina distanze, pendenze, cambi e frazioni. A seconda della conformazione geografica, cambierà la quantità di chilometri da nuotare e da correre in un alternarsi continuo nuoto/corsa/nuoto/corsa a frazioni alternate senza zona cambio.

Perché vi stiamo raccontando dello Swimrun? Perché quando si parla di benessere e salute, non si può prescindere dallo sport e diverse ricerche nell’ultimo periodo hanno dimostrato che difficilmente una persona si appassiona a una disciplina soltanto: insomma, il runner è curioso anche di provare altri tipi di allenamento, perché diciamocelo, la monotonia in fondo non piace a nessuno.

 

Come nasce

Con un po’ di goliardia e una serata brava in Svezia possono venire idee geniali.  “Lo Swimrun nasce nei primi anni del 2000 da una scommesso tra amici: arrivare da un punto a un altro senza fermarsi e in linea retta”, racconta Diego. “Ora, Stoccolma nasce su un arcipelago composto da molte isole e tantissimi laghi e così quegli amici a due a due cominciano a darsi battaglia tra frazioni di nuoto e di corsa. Nel 2005 ne parlano con Michael Lemmel e Mats Skott, due ex campioni di sci scandinavi, e insieme decidono di far diventare questa bravata un evento commerciale. Nel 2006 nasce la prima gara in Svezia di 75 km, 65 di corsa e 10 di nuoto arrivando a toccare 26 isole intorno alla Capitale”. La gara prende il nome  ÖtillÖ che in Svedese vuol dire “da isola a isola” e oggi, a livello internazionale, è riconosciuta come Swimrun World Championship ed è stata classificata dalla CNN come una delle gare più difficili del mondo. “Una delle regole fondamentali è che ogni manifestazione non deve essere standard ma le distanze si adattano territorio”.

 

Perché provare

Diego Novella ha fondato Swimruncheers, l’associazione che ha come mission quella di condividere la passione per lo Swimrun facendo provare questo sport perché, solo provando, si può capire cos’è per farsi contagiare. Test alla portata di tutti, neofiti, advance e pro per fare un assaggio di uno sport che si basa sull’equilibrio tra nuoto e corsa. “Diventi parte della natura e lo fai in mezzo alla natura. L’obiettivo è sempre lo stare bene e darsi la possibilità di fare una bella esperienza lontano dalle città. Invece di fare una corsetta sul pavé, posso farmi il giro di un lago e una nuotata. In un’ora, un’ora e mezza fai un allenamento di corsa e nuoto insieme. Inoltre fa bene alla salute perché a livello cardiovascolare è molto allenante, crea sbalzi di pressione e i battiti cardiaci si adattano alla disciplina che si sta svolgendo”.

 

L’attrezzatura

Partendo dalla testa ai piedi, quello che serve è: cuffia, occhialini, muta (soprattutto quando l’acqua è fredda) o un body da triathlon o da swimrun, la palette da nuoto, il pool boy che aiuta a galleggiare e si può fissare alla coscia quando si corre, calzino e scarpe da running. Questo outfit resta uguale per tutto il tracciato rendendo meno macchinoso il passaggio dalla terra all’acqua. Sì, si nuota con le scarpe e si corre con la muta, ma questo non fa che aumentare il divertimento di uno sport che vuole fare del dualismo il suo punto vincente.

“Lo sport è una valvola di sfogo e un modo per stare bene. Inoltre a livello piscologico ti dà la possibilità di cambiare prospettiva:  è un abbattimento dei limiti perché dove normalmente pensi di doverti fermare perché finisce la terra, lo Swimrun ti dà la possibilità di continuare nel tuo avanzare cambiando prospettiva. Se pima vedevi un lago, un fiume o il mare come qualcosa che separava, facendo questo sport ti rendi conto che quando arrivi all’acqua puoi intenderla come il congiungimento naturale di una sponda con l’altra”. Insomma, il nostro corpo è fatto per spostarsi nello spazio e la conquista di una consapevolezza diversa sugli ostacoli non può che renderci estremamente liberi.

 

Sara Canali